Souvenir de Notre-Dame

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Notre-Dame de Paris. Nel day after del rovinoso incendio che ha parziamente distrutto la cattedrale simbolo della capitale francese,  e per estensione dell’Europa, è un’immagine in bianco e nero, trovata sul web (© Alessandro Pizzuti) ma simile a tante altre che riecheggiano nella nostra memoria di uomini e donne nati nel secolo scorso, a richiamare la mia attenzione. La preferisco alle tante istantanee arroventate che in questo frangente hanno fatto il giro del mondo per documentare il disastro (evitabile?) e la disfatta della bellezza & della cultura di fronte all’incuria, non meno colpevole di un attentato, cui tutti, probabilmente, abbiamo automaticamente pensato nella prima mezzora di diretta tv.

Il mio ricordo originale di Notre-Dame risale all’estate dei miei 16 anni, nel primo vero viaggio all’estero in compagnia della sorella maggiore di mia madre, una zia nubile appassionata di viaggi e del primo nipote in grado di seguirla in un tour dei castelli della Loira, con partenza da Parigi. Più volte quell’icona impressa nella mente fertile di un ragazzino è rientrata nel mio campo visivo, in occasione di qualche trasferta di studio, vacanza o lavoro. Più rare le visite all’interno della Cattedrale. L’ultima occasione si era presentata alla fine dell’estate scorsa, durante un breve soggiorno con mia moglie e uno dei miei figli. Prima una coda giudicata troppo lunga, poi un litigio, di quelli in grado di rovinarti una giornata e compromettere il senso di una fuga di famiglia, ci hanno deviato dall’obiettivo che era proprio lì, a portata di mano.

So che difficilmente, per me e per quelli della mia generazione, ci sarà un’altra chance. Pazienza. Spero solo che i valori di coesione e solidarietà espressi in queste ore dalle coscienze libere di tutto il mondo compensino in minima parte la grande perdita inferta al patrimonio storico, artistico, identitario. E diano i loro frutti in un orizzonte di cura e sollecitudine non più rimandabile.

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