Chi si trovasse a Parigi, in questo bellissimo inizio di settembre, si imbatterà facilmente nei manifesti della mostra dedicata a Johnny Halliday (al secolo Jean-Philippe Smet), a meno di un anno dalla sua scomparsa. Molto famoso in Francia, ma non ignoto alle cronache italiane, soprattutto rosa, degli anni ’70-80, il cantante e attore francese, fra i maggiori esponenti del rock d’Oltralpe, era un chiaro esempio di vita “spericolata” ma estremamente produttiva dal punto di vista artistico.
Sentimentalmente legato per un lungo periodo alla cantante Sylvie Vartan, anche lei famosa all’epoca nel nostro paese, Halliday è stato un vero e proprio mito in Francia, incarnando una tipologia di personaggio – bello, fotogenico, scapestrato e maudit – che nel Vecchio Continente, forse, non si era mai visto prima. Un eroe moderno e un sex symbol molto amato, invidiato, e naturalmente discusso per i suoi eccessi e la sua sovraesposizione in un tempo pre-social in cui la tv e i rotocalchi erano, insieme al cinema e ai concerti (celebri una sua esibizione alla Tour Eiffel e quella condivisa con i Rolling Stones) erano l’unico veicolo della popolarità e del divismo.
La mostra parigina alla Galerie Joseph al 116 di rue de Turennes, dalle parti del Marais, è basata in gran parte su foto di scena e ritratti a cura dei tanti fotografi che seguirono la sua carriera. Ma contiene anche auto e moto da lui possedute, abiti, giubbotti, chitarre e altri memorabilia. E’ aperta tutti i giorni fino al 23 settembre, dalle 10 alle 20, con prolungamento serale fino alle 22 il giovedì, il venerdì e il sabato. L’ingresso costa 2 euro e li vale tutti.