Arles: la piccola provenzale è una metropoli

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Da non credere: è il più grande Comune francese, almeno per estensione. Più di Parigi? Certo, Arles lo è davvero, più di Parigi. Del resto, basta immaginare quanto sia dilatata la Camargue per spiegare come possa sfoggiare l’esagerata superficie di 77mila ettari. Ma è grande anche per la sua bellezza, peraltro mai noiosa, stantia e polverosa come spesso capita nelle città d’arte, cartolina o giù di lì. Nella città dove Van Gogh ha vissuto il suo periodo artistico più fertile s’inventano cose e progetti ogni anno. Adesso hanno aperto una gigantesca piattaforma culturale – la Fondation Luma– dove un tempo c’erano i trasandati e abbandonati edifici industriali della Sncf, insomma delle ferrovie. E poi, la romanità ovunque, in un pezzo di Francia dove basta scavare qualche metro nel suolo per recuperare cimeli e sculture, anfore, gioielli o pezzi di domus che appartenevano a matrone, signori e militari della vecchia e antica Arles. Che peraltro sfoggia un grande Anfiteatro che è davvero un Colosseo, un teatro antico, le Terme di Costantino e una Necropoli cristiana – les Alyscamps– tra le meglio conservate di Francia.

Della serie? Cercavate la “Meta 2018” della Provenza? Detto tra noi: non state ad affaticarvi troppo. Anche perché ad Arles le dritte abbondano. Cercate un hotel – come dire? – da pernottamento “imperiale”? Il Jules César non ha rivali: in un vecchio convento delle Carmelitane del 17°secolo al 9 di boulevard des Lices, è stato interamente decorato da Christian Lacroix e mantiene un’atmosfera ibrida, provenzale e insieme monacale, che vale il prezzo delle sue 52 camere (doppie a partire da 150 euro. www.hotel-julescesar.fr).Trovo perfetto anche l’Amphithéatre, ricavato in un vecchio palazzo seicentesco, tra l’arena e il teatro antico, con 32 camere (69/149 euro) e la “Belvédère” con un affaccio strepitoso sulla città (www.hotelamphitheatre.fr). Mentre tra i ristoranti consiglierei il Métronome al 12 di rue des Porcelet oppure la locanda familiare Les Filles du 16 (il nome evoca le due figlie dello chef), dove si degustano i piatti tipici della Camargue a base di carne di toro e riso locale.

I pretesti per andarci quest’estate? Non mancano certo. La Fondation Van Gogh ha appena inaugurato l’esposizione “Soleil chaud, soleil tardif – Les modernes indomptés” (fino al 28 ottobre) dedicata a Picasso e appunto a Van Gogh. E a proposito di sorprese che ad Arles abbondano, segnatevi anche l’esposizione “Alfred Latour, photographies. Cadrer son temps” proposta fino al 30 settembre al Musée Réattu (www.museereattu.arles.fr). Che dire? Buon viaggio.

Info –  all’Office de Tourisme di Arles o sul suo sito web è in vendita un Pass Monuments da 16 euro valido 6 mesi che permette di visitare tutti i monumenti e i musei cittadini. Con quello da 13 euro, che dura 1 mese, si accede a 1 museo, a 4 monumenti a scelta e al Musée Réattu. www.arlestourisme.com

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