Il “filo di Arianna”? Meglio smarrirlo in Bretagna. Altrimenti si finisce per credere (a torto) che il bello della Francia celtica e atlantica si trovi solo a Brest o a Quimper, a Saint-Malò o a Cancale. Diamine, allora perdetevi sulla strada che da Rennes porta a Mont-Saint-Michel, scansate i gatti che affollano piazzette e vicoli di Bécherel e fermate il motore dell’auto perché bastano i piedi e il cuore per visitare questo borgo da meraviglia dove vivono 750 persone e vivono alla grande cinque, dieci, addirittura 14 librerie dove i volumi, le pubblicazioni rare, i romanzi e i saggi si contano a decine di migliaia. Follia? Un po’ sì. E del resto, sono serviti il vento e la luce del Nord della Francia ma anche una bella dose di utopia e idealismo per mettere insieme il più sorprendente e grazioso “Village des Livres” d’Oltralpe. Magico? Chiedetelo a Susy Mezzanotte che ha scattato fotografie splendide per il mensile Dove e ha lasciato il cuore in questo piccolo mondo alla fine del mondo. E se volete, chiedetelo anche a me, autore felicissimo di un reportage che la bella rivista di viaggi e lifestyle della Rizzoli ha voluto mettere in risalto proprio nell’edizione di marzo attualmente in edicola. Io adoro la Bretagna, al punto da non sapere stendere una gerarchia tra i luoghi più fascinosi e meno fascinosi. Per una volta, faccio un’eccezione e mi perdoneranno la ruvide isole di Ouessant e Molène o le scogliere di Crouzon, i pub di Douarnenez dove ascoltare la musica di Alan Stivell e l’altopiano di Brocéliande dove aleggiano le storie di re Artù, Ginevra e il mago Merlino. Se c’è sempre una più bella del reame, allora è la piccola Bécherel. Sta a fatica su una mappa geografica. Ma è una Puerto Escondido di cultura, di lettura. E di belle maniere.