Miniprontuario per una visita ragionata al 18° arrondissement, che coniuga la più autentica tradizione parigina con echi di culture e paesi lontani. L’area, infatti, comprende quartieri ricchi di contrasti e di fascino: la collina di Montmartre, artistica e (un tempo) bohémienne, la zona a luci rosse di Pigalle, il cosmopolita Goutte-d’Or e lo stravagante La Chapelle.
Dopo aver preso un po’ di confidenza con l’ambiente di Montmartre, l’itinerario può ben partire dalla Basilica del Sacro Cuore, dalla cui scalinata si gode una fantastica vista sull’intera Parigi. Tra le tante sorprese che ci riserva il quartiere segnaliamo la vigne de Montmartre, il vigneto più antico della città, dove si coltivano tuttora i tralci più tradizionali della viticoltura francese. Poco distante, in rue St-Vincent, ci si imbatte nello strepitoso Jardin sauvage: a lungo abbandonato, questo fazzoletto è stato progressivamente invaso da alberi di sambuco, esemplari di pianta digitale, rovi, edera e persino colonie di insetti selvatici. Quando i paesaggisti della città hanno deciso di ripulire l’area, di fronte allo spettacolo che la natura ha creato, hanno pensato di lasciare intatto questo “giardino selvaggio” per preservarne la biodiversità.
Tappa successiva è la caratteristica Place du Tetre: al numero 3 di questa piazzetta, nel 1790 aveva sede il municipio di Montmartre. E proprio qui, al numero 6, presso il ristorante À la Mère Catherine, nacque nell’800 il termine “bistrot”. Perfetto per una pausa gastronomica durante il tour di Montmarte, è ancor oggi una vera e propria istituzione della tavola parigina. A pochi passi si trova il Musée de Montmartre, che racconta la storia della collina, l’effervescenza artistica dei suoi atelier e l’atmosfera dei suoi celebri cabaret. Tutto attorno al Museo si trovano i Jardins Renoir, dedicati al pittore impressionista che visse in Place du Tetre tra il 1875 e il 1877, dipingendovi molti dei suoi capolavori. Poco distante, l’Espace Dalì offre la possibilità di ammirare l’unica mostra permanente interamente dedicata, in Francia, al maestro del Surrealismo.
Per scoprire le diverse anime del 18° arrondissement occorre spingersi anche a est di Montmartre, fino ai quartieri La Goutte-d’Or e La Chapelle. Il primo deve il suo nome al colore del vino bianco che qui veniva prodotto fino al XIX secolo: la zona è incredibilmente cosmopolita, abitata sia da immigrati provenienti da ogni angolo del pianeta sia da parigini, in un mosaico sociale di grande forza. Per cogliere appieno l’anima popolare di questo quartiere l’ideale è passare di qui il mercoledì o il sabato, durante il Marché Barbès: il mercato multietnico è una festa per gli occhi con i suoi banchi di frutta, verdura e spezie rare, ma anche vestiti, accessori e oggettistica. La zona circostante, tra Rue de Jessaint, Boulevard Barbès, Rue de Clignancourt e Rue des Poissonniers, è da battere palmo a palmo se si è in cerca di colorati boubou e wax africani, o se si vuole provare un’esperienza gastronomica autenticamente africana. Spostandosi ancora un po’ più a est si entra nel quartiere La Chapelle, un piccolo borgo sviluppatasi sulla collina un tempo conosciuta come “pasellus Sancti Martini”: qui si è subito catapultati in una piccola India, con la variopinta offerta di specialità cingalesi e pachistane.
Per concludere una giornata a spasso per il 18° arrondissement, l’ideale, in qualsiasi periodo dell’anno, è lasciarsi trasportare dallo spirito festoso dei suoi locali, che tra danza, musica, comicità, magia o burlesque contribuiscono da oltre un secolo alla reputazione delle notti parigine. Senza muovere un passo da Place du Tertre, al numero 2, si può passare la serata a La Bohème du Tertre, un caffè-ristorante che offre divertenti spettacoli di cabaret e ottimi piatti della cucina tradizionale. Di fronte al vigneto di Montmartre si trova invece il Lapin Agile: già punto di incontro di numerosi artisti, il locale offre spettacoli che rappresentano il meglio della canzone francese.
A Pigalle il 18° arrondissement si trasforma ulteriormente. Qui ha sede il mitico Moulin Rouge, da frequentare almeno una volta nella vita: inaugurato il 6 ottobre 1891 è tuttora il locale più famoso della Ville Lumière: oggi incanta i suoi ospiti con lo spettacolo Féerie, sessanta artisti provenienti da tutto il mondo che si esibiscono in quattro atti mozzafiato tra piume, strass, paillettes, decori scintillanti, acrobazie e musiche originali.