A spasso per Parigi sulle orme di Prévert

Prevert

Di percorsi a Parigi se ne possono scegliere infiniti. Ma alcuni in particolare esercitano un fascino irresistibile, perché hanno accolto i passi quotidiani di scrittori, poeti, pittori.  In una parola: gli artisti. C’è quella specie di musica, insomma, che sembra di ascoltare mentre si ripercorre la “mappa” della città, con scorci e sguardi che spesso sono entrati nei libri, nei quadri, nelle canzoni. Il consiglio, questa volta, è di “inseguire” Jacques Prévert. Complice un libro, uscito di recente per Parigramme. Prévert & Paris – questo il titolo – si snoda, pagina dopo pagina, come un racconto fotografico alternando le immagini ai testi di Carole Aurouet.

La traccia disegnata sta in bilico esatto tra carta e terra. Immaginazione e storia. Il Jardin du Luxembourg, per cominciare, dove la famiglia Prévert stabilisce la propria residenza, mutando spesso appartamento, ma restando sempre nel quartiere. Un’infanzia Rive Gauche insomma, per questo spirito libero che nasce a Neuilly-sur-Seine il 4 febbraio del 1900, ma comincia subito a frequentare Parigi: 2, rue Monge, V arrondissement, dove vivono i nonni paterni.

Sarà solo nel 1906, però, che la famiglia raggiungerà la Ville Lumière, scegliendo di stabilirsi nel VI, cuore della città e della vrai culture7, rue de Vaugirard; 4, rue Férou; 5, rue de Tournon; 7, rue du Vieux-Colombier. Jacques frequenta la scuola nel quartiere Saint-Sulpice, istruzione religiosa: 68, rue d’Assas. È questo il perimetro degli spostamenti più frequenti. Alla “stabilità dinamica” che caratterizza gli anni dell’infanzia e dell’adolescenza, segue l’amour fou per il nomadismo che lo spinge a girovagare nella città, arrivando al XIV arrondissement. Ma sarà con la scoperta dei surrealisti che anche i suoi passi muteranno, puntando verso la rue du Château. Lì, al civico 54, si installerà un vero e proprio laboratorio di nuove esperienze. Un luogo che si legherà all’altro, 7, rue d’Odéon, dove Adrienne Monier gestisce la libreria La Maison des Amis des Livres.

Jacques si sposa nel 1926. Avrà pochi soldi, nessun domicilio stabile dapprima. Viene ospitato da Alberto Giacometti, 14, rue Hyppolite-Maindron. Montparnasse. Anni intensi, questi. Difficili. Pervasi da problemi economici, fatiche. E fantasmi di suicidio. Indirizzi che si susseguono. Tra questi, la rue Dauphine, nel VI. Ci saranno eventi, enormi, drammatici. Ci sarà la guerra, la Seconda Guerra Mondiale che lo spingerà a lasciare la Ville per la zona libera. Lo seguirà una nuova compagna. Con loro il fotografo Brassaï, il compositore Kosma. Destinazione: Sud. Nizza, Antibes, Saint-Paul-de-Vence.

Con la liberazione di Parigi, dal 19 al 25 agosto 1944, Saint Germain des Prés torna ad essere il cuore di tutto. Fermento. Meraviglia. Fame di scrivere, creare, dire. Toccherà poi a Montmartre: 6 bis, cité Véron, XVIII arrondissement. Cafè Cyrano, dove Prévert è cliente abituale. Montmarte è un mondo a sé, eppure appartiene a Parigi. Montmarte ha coraggio e colore, voci, personaggi. I luoghi che lo sguardo assorbe ritorneranno tutti nei versi scolpiti. Rivelandone l’immensità, soprattutto per l’immaginazione.

In fondo, Paris est tout petit/pour ceux qui s’aiment/comme nous d’un aussi/grand amour.

www.parigramme.com/livre-prevert-et-paris-461.htm

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