Hanno aspettato decine di anni, ma ora i suoi estimatori possono finalmente sfoggiare vanità, orgoglio e anche qualche lacrima di emozione. Il personaggio è strano e anche discusso. Ma alla fine, Charles-Édouard Jeanneret, alias Le Corbusier, è un colosso dell’architettura moderna: i suoi piloni che sorreggono gli edifici, gli “oggetti a reazione poetica”, le colonne dappertutto, i colori giallo sole, verde vegetazione, blu cielo e rosso sangue, e poi il “modulor” che campeggia ovunque, unità di misura (1,83 metri) per declinare le dimensioni del corpo e stabilire spazi architettonici di taglia umana. E la recente decisione dell’Unesco di fare di 17 suoi progetti realizzati dei gioielli del World Heritage non poteva che fare felice appunto la Francia, che di questi dieci ne possiede ben dieci (gli altri 7 si trovano in Svizzera, Giappone, India, Germania, Belgio e Argentina). Della serie: se cercavate pretesti culturali per girare l’Esagono, ne avete trovato uno che vi farà letteralmente girovagare come nomadi.
Già, perché le stranissime chiese di Le Corbu, come a volte viene abbreviato il suo soprannome, le sue unità abitative e le sue costruzioni che hanno fatto la storia delle costruzioni contemporanee e che adesso sono diventate Patrimonio dell’Umanità sono sparse dalla Costa Azzura all’Aquitania, dalla Lorena al Rodano-Alpi e all’Île de France. A Parigi ci sono ben 3 delle 10 perle: le Maisons La Roche-Jeanneret realizzate nel ’23 al civico 8/10 di square du Docteur Blanche (16° Arrondissement), il vicino appartamento-atelier di Le Corbusier all’interno dell’Immeuble Molitor, al 24 di rue Nungesser&Coli sempre nel 16° e l’imperdibile Villa Savoye di Poissy alle porte della capitale (ci si arriva anche con i convogli della RER) che tra l’altro è pure “Monumento Nazionale”.
Nell’est della Francia ci sono l’Usine Duval a Saint-Dié e la bellissima Chappelle Notre Dame du Haut, a Ronchamp, una delle più fotogeniche e strepitose opere di Le Corbusier. Vicino a Lione c’è il convento di Sainte-Marie de la Tourette a Eveux-sur-l’Arbresle ma in particolare c’è a Firminy, alle porte di Saint-Ètienne, il più grande complesso urbanistico pensato e progettato da Le Corbusier in Europa, con la Maison des Jeunes et de la Culture inserita nel patrimonio Unesco ma anche con le altre costruzioni vicine assolutamente imperdibili: la chiesa di Saint-Pierre, l’Unité d’Habitation e lo stadio.
A Marsiglia, altra opera, nota come Cité Radieuse al 280 di boulevard Michelet. A Pessac, non lontano da Bordeaux, è il quartiere Frugès noto anche come “Musée Le Corbusier” a finire nella prestigiosa lista del World Heritage. Infine, a Roquebrune-Cap-Martin, in Costa Azzura, c’è l’ultimo gioiello, tra i più famosi dell’architetto, il Cabanon, una struttura inserita in una sorta di complesso da camping che Le Corbusier aveva realizzato a fianco della bella villa della designer irlandese Eleen Gray e vicino al quale il genio dell’architettura moderna ha anche trovato la morte (è annegato mentre nuotava nelle acque antistanti ed è sepolto nel cimitero del piccolo paesino delle Alpi Marittime). Le nostre preferenze: il Cabanon, Firminy e la Chiesa di Notre Dame de Haut. In un prossimo post vi diremo perché.
Per conoscere meglio i lavori e le opere di Le Corbusier in Francia e nel mondo conviene contattare la Fondation Le Corbusier a Parigi (8-10 square du Docteur Blanche, 75016 Paris, tel. 0033.1.42884153, www.fondationlecorbusier.fr