Per i bambini che rincorrono e prendono a calci un pallone è uno spiazzo largo e comodo per giocare, al riparo dalle auto, ma circa 2000 anni fa, proprio dove Michel sta dribblando l’amico, i gladiatori si sfidavano e belve feroci cercavano di sbranare i lottatori. E tutt’intorno, seduti sulle gradinate, dove oggi ci si riposa o si mangia un panino, circa 10.000 spettatori assistevano agli spettacoli.
Grazie al suo muro alto due metri e mezzo e con una scena lunga oltre quaranta, L’Arena di Lutetia entra di diritto nella classifica delle più grandi opere romane del genere. Organizzata su livelli concentrici, i posti più vicini alla scena, ovvero in basso, erano riservati agli uomini benestanti, mentre salendo in altezza si trovano i posti occupati dalle donne, dalle schiave e dalle persone povere.
Ai tempi questa era la periferia della città. I romani, infatti, edificavano i luoghi di ricreazione e divertimento fuori dal centro abitato, un po’ come facciamo noi con gli stadi di calcio. Oggi invece ci troviamo nel cuore di Parigi, nel V arrondissement, a 600 metri dal Pantheon e a meno di un km dal Quartiere latino.
Entrando nel giardino aperto al pubblico, che ospita quello che resta dell’anfiteatro, si rimane colpiti dal fatto che una parte delle gradinate manca e al loro posto c’è il muro di un condominio. Già perché questa arena è stata riscoperta solo a fine XIX secolo durante la costruzione della rue Monge, e quando ha rivisto la luce i palazzi erano già lì. Una strana commistione tra architettura romana e costruzioni del XIX e XX secolo. La fermata della metropolitana Place Monge è proprio sotto l’anfiteatro.
Bisogna ringraziare il barone Haussmann, che ha rimodellato e modernizzato l’urbanistica di Parigi, se oggi l’Arena di Lutetia è in ottime condizioni. Fu lui, infatti, a dare il via alle ristrutturazioni che permisero a questo spazio di diventare poi, nel 1896, il giardino aperto al pubblico che possiamo visitare oggi noi. E un grande grazie anche a Victor Hugo che in una lettera del 1883 al Consiglio municipale, rivendicava l’importanza del passato per la città dell’avvenire, salvando così l’anfiteatro da possibili devastazioni architettoniche.
Il percorso della Parigi romana continua nella cripta archeologica sul piazzale di Notre Dame e alle Terme di Lutetia, dette Terme di Cluny, a Saint Michel.