Per carità, nessun dogma o atto di fede. Ed è meglio non scomodare analogie tra la Guida Michelin e la Bibbia. Del resto, il popolo dei buongustai è rigorosamente pagano e le stesse guide gastronomiche, più o meno blasonate, sono la prova vivente che i giudizi sono sempre soggettivi, quantomeno opinabili. Ma via, da anni, anzi da decenni, la Rossa disegna la geografia abbastanza condivisa delle eccellenze della buona tavola nel mondo, in Francia prima di tutto, dove del resto la Michelin è nata. E allora, se siete dei cultori della haute-cuisine française, prendete nota delle novità più saporite e piccanti dell’edizione 2015, che si presenta con un patrimonio complessivo di 609 ristoranti stellati e che quest’anno porta in dote parecchie novità.
La più importante come sempre riguarda i nuovi locali che si aggiudicano le ambitissime “3 stelle”. Riconoscimento top per Yannick Alléno da poco arrivato al Le Pavillon Ledoyen di Parigi, VIII Arrondissement (quello degli Champs-Elysées per intenderci) e per la coppia René e Maxime Meilleur, padre e figlio, ma anche complici di una cucina strepitosa, quella de La Bouitte (nel dialetto savoiardo significa casetta), ristorante in quota, in un paese dell’Alta Savoia che si chiama a Saint Martin de Belleville, indicativamente a metà strada tra Modane e Albertville, che tra l’altro rientra nel network Châteaux&Hôtels Collection notoriamente diretto dalla star Alain Ducasse. Il quale Ducasse invece porta a casa – almeno per il momento – solo 2 stelle Michelin nel suo locale all’interno del PlazaAthénée al centro di lunghi lavori di restauro.
Tant’è, è pur sempre un grande premio per un cuoco. Lo stesso che con lui si sono aggiudicati gli chef di altri 6 ristoranti francesi: La Grand’Vigne di Martillac alle porte di Bordeaux, l’Auberge du Cheval Blanc a Lembach, estremo nord dell’Alsazia, Le Neuvième Art di Lione, Casadelmar a Porto Vecchio in Corsica, l’Atelier d’Edmond a Val d’Isère e un altro locale parigino, anch’esso nell’VIII Arrondissement, La Table du Lancaster. Un sacco di new entry con “1 stella”, esattamente 37: e tra i più interessanti da annotare, citiamo i due ristoranti di Aix-en-Provence L’Esprit de la Violette e Le Clos-Jean Marc Banzo, il Clair de Plume a Grignan (Dipartimento della Drôme), Le Jardin des Plumes a Giverny in Normandia, Mia a Montpellier, La Voile a Ramatuelle (Hotel La Reserve), Aozen a Rennes in Bretagne, Le Kaïku di Saint-Jean-de-Luz nella zona basca francese e 2 restaurants di Marsiglia, AM par Alexandre Mazzia e in particolare Une Table au Sud dove il neo-stellato Ludovic Turac che a 26 anni è il più giovane chef étoilé di Francia del 2015.
Le bocciature non mancano: 2 locali hanno perso la terza stella, altri 5 si sono visti togliere la seconda e 38 non possono più vantare quella che avevano. La sorpresa più sconcertante? L’assenza praticamente totale di donne tra i tanti neo-eletti del 2015. Se la cucina è femmina, quella che riempie le pagine della mitica “Rouge” parla una lingua assolutamente maschile.
La Guide Michelin 2015 in cifre:
4377 i ristoranti francesi recensiti
4082 gli alberghi recensiti
609 i ristoranti stellati (1 in meno del 2014)
26 i ristoranti francesi che vantano 3 stelle Michelin (in Italia sono solo 8).
80 i locali con 2 stelle Michelin (7 quelli nuovi)
503 i ristoranti 1 stella Michelin (37 quelli nuovi)
646 i ristoranti cosiddetti Bib Gourmand, di qualità e a prezzo contenuto
La Guide Michelin France è in vendita nelle librerie francesi a 24 euro.
Online: http://www.michelin-boutique.com/guide-michelin-france-2015-p-2254.html
Per seguire su Twitter gli ispettori della Michelin: @guideMichelinFR.