Nizza: le sedie blu diventano opera d’arte

20140807_120212Se non le conoscete vuol dire che non siete mai stati a Nizza. E se non vi siete mai seduti su una delle mitiche chaises bleues, le “sedie blu”, non conoscete la Promenade des Anglais… Che ci siano è noto. Sono centinaia di sedie blu allineate sul lungomare e rivolte verso il mare, invito esplicito ai passanti perché si accomodino, prendano il tempo giusto per apprezzare lo spettacolo che hanno davanti e – perché no? – condividano l’emozione con chi si è seduto al loro fianco, con un giornale da leggere, i pensieri che corrono, lo smartphone pronto a immortalare le luci migliori sullo sfondo di Cap Ferrat o, sulla parte opposta, verso l’aeroporto. Sono centinaia, oltre 300, anzi sulle 400 con una recente aggiunta.

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E ci sono sempre state, almeno dagli anni ’50, quando furono create da un tale Charles Tordo e divennero presto l’emblema di Nizza. Per la verità ne sono state anche rubate un sacco e a un certo punto l’artigiano che le produceva ha anche smesso di crearne di nuove. Ma nel ’99, dopo la loro rivisitazione ad opera dell’architetto Jea-Michel Wilmotte, il Comune ha pensato bene di riposizionarle meglio, di legarle tra loro e di fissarle al suolo. Come dire: un atto d’amore. Anzi, per ribadire il concetto, la città ha addirittura deciso di dedicare alle sue amate sedie blu una vera e propria opera d’arte, meglio ancora una scultura dell’artista Sabine  Géraudie, nota come Sab, che è stata posata proprio sabato 4 ottobre: una gigantesca chaise bleue di 3 metri d’altezza che anche i più orbi potranno notare lungo la Prom’s all’altezza della centralissima avenue des Phocéens.

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Certo, quelle vere sono sempre insostituibili. Specie in certe ore della giornata. Ad esempio alle prime luci dell’alba, quando il traffico è quasi nullo e questa passerella di umanità che chiamano confidenzialmente “Prom’s” è quasi deserta: vi sedete su una “chaise bleue” e vi sembra che tutta la Baia degli Angeli sia vostra, tutt’al più degli addetti della Municipalità che tutte le mattine, fra le 6 e le 7, puliscono la spiaggia delle famose “galettes” dai rifiuti armati di lunghe pinze che qui chiamano “gratte-gratte”.

Certo, il tramonto è un’altra cosa. Ma allora non sarete quasi mai soli. Perché sono in tanti a volersi accaparrarsi un posto d’onore sulla Promenade, soli o con la persona cara, decisi a vivere la stessa attesa mistica che hanno i balinesi sulle spiagge di Kuta al momento del crepuscolo. Proprio sedendo su una di queste chaises bleues il grande fotografo Bruno Bebert l’8 novembre 2011 immortalò in un clic diventato famoso un’ondata gigantesca che andava a sbattere contro il lungomare all’altezza del Palais de la Méditerranée, poi pubblicata a doppia pagina sul Figaro Magazine sotto il titolo “la Vague”. Aveva colto l’attimo, come sanno fare i grandi fotoreporter e non è sempre facile. E poi si sa, a Nizza il mare fa le bizze solo in inverno. Ma anche col mare piatto, è un’emozione: appoggi il fondoschiena sulla tua chaise bleue e sogni il largo, i viaggi, il mondo alla fine del mondo…

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