Le divine botteghe dei monasteri e delle abbazie francesi

Solesme-3La santità non è richiesta. Se è per quello, nemmeno un particolare feeling con il padreterno. Basta non pensare che una vacanza debba declinarsi con gli effetti speciali. Troppo silenzio, troppa educazione, troppa sobrietà. Ma sono loro, le abbazie e i monasteri, la nuova frontiera del turismo “a occhi aperti” in Francia. Conservano sorprendenti capolavori artistici. E i monaci e le religiose che li abitano rivelano un gran talento per le vecchie ricette gastronomiche: sono rispettose da sempre del “chilometro zero” e se hanno un prezzo di vendita è low cost e comunque aiuta a sostenere con le botteghe la fragile economia delle piccole comunità conventuali.

Se ne trovano un po’ ovunque. Abbondano in Costa Azzurra, Provenza, Languedoc e Rhône-Alpes, insomma nelle regioni più vicine al confine italiano, ma anche nel nord della Francia. L’Abbaye Notre-Dame de Lérins (www.abbayedelerins.com) sull’isola di Saint-Honorat, davanti a Cannes, è famosissima, non fosse altro che per la passione enologica dei cistercensi che l’abitano: si fanno vendemmie e si producono ottimi vini blanc, rouge e rosé. Come dire: se l’alcol è la porta del peccato, qui vale invece una buona azione.

Nell’entroterra di Nizza, a Castagniers c’è l’abbazia di Notre-Dame-de-la-Paix (271 Route de Saint-Blaise, www.abbayenotredamedelapaix.fr) dove le suore cistercensi producono del buon cioccolato: bianco, nero, al latte, bio, al caramello e alle mandorle. Mentre a Jouques, poco lontano da Aix-en-Provence, nell’Abbaye Notre-Dame-de-Fidélité (www.abbayedejouques.org) si lavorano i campi, le vigne e gli oliveti e ovviamente nella piccola boutique vengono messi in vendita oli d’oliva, mieli, vini e confetture.

Bisogna spostarsi verso i monti Cevenne, nel Gard, non lontano da Uzès per degustare vini, aperitivi e aceti prodotti negli 8 ettari di vigne dalle suore ortodosse del Monastero di Solan, a La Bastide-d’Engras (www.monasteredesolan.com). Se siete in Bretagna potete fare un salto dai monaci dell’abbazia Notre-Dame-de-Timadeuc a Bréhan (www.abbaye-timadeuc.fr): pare che i loro formaggi di pasta molle, affinati con liquore di noci, non abbiano rivali. E se siete carnivori, affidatevi a paté (famoso quello di Pére Marc) e salumi dell’Abbaye Notre-Dame-de-Grace a Bricquebec, in Normandia, vicino a Cherbourg (www.abbayebricquebec.catholique.fr). Parlano benissimo dei biscotti e delle farine all’abbazia Notre-Dame d’Oelenberg, a Reiningue, in Alsazia (www.abbaye-oelenberg.com). Se invece preferite i formaggi di montagna, tipo Reblochon, il posto giusto è l’abbazia Notre-Dame de Tamié a Plancherine (1242 Chemin du Monastère, www.abbaye-tamie.com), in Savoia, a 900 metri di altezza, sopra il lago di Annecy. Qui come altrove, certi giorni c’è una pace surreale che è terapeutica, per credenti e non credenti. Come dicevano i padri del monachesimo francese, “il silenzio è un’esperienza difficile ma è un viaggio nella parte migliore di noi”.

BRICIOLE – Se volete cogliere l’essenza del mondo monacale – l’organizzazione del tempo, il piacere della contemplazione e l’assenza delle parole che all’esterno hanno invece un peso sovrastimato – e siete in particolare affascinanti dal gregoriano, il posto migliore è l’Abbaye de Solesmes (www.abbayedesolesmes.fr), nella Sarthe, non molto lontano da Le Mans, centro internazionale dello studio di questa autentica arte canora e religiosa. Assistere all’entrata quotidiana dei monaci all’interno dell’abbazia è davvero un’emozione.

 

 

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