Pasqua alla moda di Francia: tutti a caccia di uova

La mattina di Pasqua, i bambini di Francia si dedicano a un’unica attività: la caccia delle uova nascoste in giardino. Ai bambini della mia tribù, questo rito importato piace moltissimo. by martine buysschaert

Questo post l’ho scritto 2 anni fa ma, non essendo la proposta “deperibile”, lo ripropongo per questa Pasqua 2014.

E così anche a noi grandi – genitori, zii, nonni, cugini e amici  –, che cogliamo l’occasione per un primo appuntamento all’aperto. Sì, perché solitamente cerchiamo di farlo in un giardino, nostro o pubblico, anche se qualche diluvio ci ha a volte costretti a ripiegare in casa. Ma tant’è, quando c’è voglia di stare insieme, neppure la pioggia bagna l’entusiasmo.

“Ma come avviene?” mi dirai, visto che in Italia non si usa. Per prima cosa si radunano i bambini coinvolti, si consegna loro un cestino e, prima di sguinzagliarli, si spiegano le regole del gioco che consiste nello scovare il tesoro, fatto di uova sode colorate o di cioccolato – ma anche di marzapane o di zucchero per chi ha intolleranze alimentari – e altri pacchettini sorpresa. Poi, magari suonando un gong con relativo martelletto o una campanella si da il via avvertendo che altrettanto succederà per la fine della caccia al tesoro… Terminata la fase della ricerca, che dura di solito una trentina di minuti, ci si ritrova tutti insieme e si riversa il contenuto dei cestini su un tavolone. Un adulto provvede quindi alla ridistribuzione, equa, del bottino colletivo. È una bella occasione concreta per imparare che “condividere” può essere molto più gratificante che non “accaparrare” tutto per sé!

Con la crescente presa di coscienza che i bambini di oggi hanno già fin troppo – parlando di cibo e di giochi – nonché convinta dagli argomenti anticonsumistici ed ecologici di mio figlio e mia nuora, via via che passano gli anni sto cercando di aggiustare il tiro. Mi spiego. Tra un ovetto e l’altro, invece di accumulare regalini insignificanti, ne prendo uno solo, ma “scomponibile”, come un grande puzzle di legno, un gioco di costruzioni, una mini-batteria di cucina, dei pennarelli colorati e faccio altrettanti pacchetti quanti sono i pezzi che compongono l’oggetto. Così la gioia di scartare il dono – che poi si sa, è la vera magia del regalo – c’è tutta, mentre decresce proporzionalmente il pericolo di viziare troppo e inutilmente. Unica accortezza, utile soprattutto nel momento della spartizione del “bottino”, è che tutti gli elementi dello stesso gioco siano incartati con la stessa carta da regalo, questione di poterli consegnare al leggittimo destinatario.

Dimenticavo: i bambini, sempre più svegli, non mancheranno di chiederti la provenienza dei doni. Io ripropongo loro la versione che mi dava da bere mia nonna, seppure 100% belga: “li portano le campane di Roma”. Ogni tanto mi domando “chissà, inconsciamente, quanto abbia influito questa innocua bugia con il mio vivere oggi nella città eterna”?

Se l’idea ti piace, posso anche darti qualche ricetta per un menù picnic di brunch pasquale come seguito della caccia al tesoro, sempre che tu me lo chieda però!

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