Dura fino al 29 settembre la seconda edizione del FESTIVAL DELLA NORMANDIA IMPRESSIONISTA per la gioia di chi ama la luce mossa e variabile di quelle terre. Dalle mostre ai “déjeuners sur l’herbe“, tanti eventi dedicati. by paolo galliani

Impression, soleil levant di Claude Monet
La geografia? Un bluff. Racconta solo dei chilometri da Parigi, del gioco scontato dell’alta e della bassa marea, delle spiagge del soldato Ryan e dell’abbazia di Mont Saint-Michel. Banale. Se volete viaggiare in Normandia, affidatevi ai grandi artisti: spesso arrivavano squattrinati sulle rive della Manica ma finivano sempre posare i loro cvalletti nei posti più belli. Se volete anche capirla, seguite le tracce degli “impressionisti”: erano ossessionati dalla luce mossa e variabile del Nord della Francia e le loro opere sono tanti reportage che nessun bravo giornalista o scrittore potrebbe mai scrivere. È l’anno giusto, anzi è l’estate giusta. Trentadue esposizioni e oltre 500 eventi e manifestazioni culturali per ricordare che tutto nacque con un tableau di Monet del 1872, tela 48×63 realizzata a Le Havre, intitolata Impression soleil levant, esposta assieme a opere di Cézanne, Pissarro, Renoir, Morisot e Degas nello studio fotografico Nadar a Parigi. Che Boudin fu uno dei precursori fra gli artisti che amavano dipingere all’aria aperta, specie lungo la Manica, in quegli anni finalmente raggiungibile anche grazie ai nuovi collegamenti ferroviari fra Parigi Saint-Lazare e Rouen e successivamente le Havre; e che nessuna bella località della Normandia fu risparmiata dalla passione di questo movimento artistico per le sue luci diafane, per il meteo bizzarro del Nord, per l’elemento mobile dell’acqua e la sua fugacità che a molti evocava la vita reale.

La plage de Trouville di Eugène Boudin
In Francia forse vi muoverete affidandovi ai siti web, scartabellando qualche depliants degli uffici del turismo o sfogliando le guide tematiche della Lonely Planet, del Touring o della Michelin. Ottime, per carità. Ma se volete intuire il motivo per cui ogni anno centinaia di migliaia di persone vanno in pellegrinaggio in un villaggio di 500 abitanti che porta il nome di GIVERNY, chiedetelo a Monet e alle sue opere; se vi affascinano i contrasti di LE HAVRE e il grandioso Pont de Normandie parlatene con Boudin o Pissarro. Se passate da TROUVILLE, fermatevi al Museo Villa Montebello per ammirare la mostra Impressions photographiques (fino al 29/9), ammirate La Plage de Trouville di Boudin e lasciatevi incantare da L’Hôtel des Roches Noires di Monet. Non solo. Se lungo la Senna che corre verso il mare intravedete la sorprendente ABBAZIA DI JUMIÈGE dedicatele del tempo: l’esposizione L’Eau et les Rêves è imperdibile. Se il gotico della cattedrale di ROUEN vi fa sballare, andate a ritrovare i capolavori di Gaugin, di Pissarro (famose le sue opere Le Pont Boieldieu e La Seine à Rouen) o le svariate versioni della facciata ovest dipinte da Monet che tra il 1892 e il 1894 cercava di captare le diverse sfumature cromatiche che l’edificio assumeva di ora in ora, salvo poi scrivere alla futura moglie Alice, il 3 aprile 1892 “… ho avuto una notte piena di incubi: quella chiesa mi rovinava addosso”. E se la costa ruvida e segnata di FÉCAMP vi abbaglia, date un occhio alle opere di Paul Signac, abilissimo peintre de l’eau, “pittore dell’acqua”: vi faranno vedere delle cose che i vostri soli occhi forse non riescono a notare.
Un consiglio: prendete nota delle mostre e poi organizzate il viaggio in Normandia. Riconoscerete le rocce a guglia di Étretat nel Soleil couchant di Monet del 1882 e la luce normanna mirabilmente riportata da Eugène Le Poittevin nella tela La Baignade à Étretat. O navigherete sulla Senna come faceva Paul Signac, affascinato dall’acqua e dai paesaggi marini, che girò mezza Francia e anche mezza Europa ma che dipinse il suo primo paesaggio neo-impressionista a LES ANDELYS, fra la regione parigina e Rouen. Certo, in Normandia il tempo sa essere dispettoso. Poco male: le esposizioni sono tutte al coperto. E all’uscita, state tranquilli: quattro gocce non hanno mai fatto male a nessuno. Come diceva Marguerite Duras che era di Trouville, “… gli uomini e le donne non sono fatti di zucchero”.
Domani, sul blog la TOP TEN delle mostre in corso.
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