Non so te, ma io amo il vento. Perché è energia, movimento, cambiamento. Perché scompiglia, inebria e sfida. Vorrei essere in Picardia a bordo di un CHAR À VOILE, col vento in poppa! by martine buysschaert

Basta un paio di ore di lezione per iniziarsi a questo sport e non serve neppure sapere nuotare! In compenso devi indossare un casco, degli occhiali per non vedere solo sabbia, dei guanti per proteggerti le mani mentre manovri la scotta, una tenuta a prova di schizzi per le curve nelle pozzanghere, divertentissime, ma pur sempre bagnate. Poi devi trovare una spiaggia lunga lunga – e in questo la Picardia è più che generosa – che a bassa marea ti offre la giusta durezza di sabbia e la sua nuda immensità e per poter evolvere a ritmo di vento.

Non lo sapevo, ma pare che i primi “carri a vela” della storia risalgano adirittura all’antico Egitto (!), imitati poi dai cinesi della dinastia Liang (VI secolo). Comunque la prima gara ufficiale di chars à voile si svolse in Belgio nell’anno 1909. Ma come è fatto un carro a vela moderno? È composto sostanzialmente da: un telaio con scafo a culla dove si sta seduti o sdraiati, una ruota anteriore che si manovra con i piedi, due ruote posteriori collegate da un assale, un albero, una vela, una scotta e un boma. Insomma è una “barca” a vela da terra! Tutto il resto lo fa il vento e la tua capacità di sfruttarlo. È uno sport ecologico e viene praticato anche dai bambini (da 7 anni in su) e dai diversamente abili.

In Francia è uno sport molto popolare e lo si pratica in Pas de Calais, Normandia, Bretagna e giù giù lungo la costa atlantica. Io ho scelto la Picardia perché è vicina al mio Belgio, a quel Plat Pays di Jacques Brel che con il vento del nord “si strappa” e “stride”, come la parte audio finale di questo video girato a Fort-Mahon.

Ecco due link utili per chi vuole imparare: EOLIA (corsi e stage – ) e OZONE (corsi, stage e noleggio). Della Baie de Somme peraltro ti avevamo già parlato nel post dedicato a un bel B&B.