Che ne dici di pescare molluschi facendo il pieno di aria marina? Basta un paio di stivali e tanta voglia di fare un’esperienza autentica. Volendo c’è anche un “gîte” dove dormire e mangiare, con due padroni di casa molto ospitali. by martine buysschaert
La meta è TY BIHANT, un borgo di due case di pietra alle porte della penisola di Crozon – di cui ti ho già raccontato – ristrutturate con tutti i crismi della nuova ecologia, panelli solari inclusi. Ad attenderti Joël e Martine (un’altra!), un bicchiere di kir bretone fatto in casa, quindi una cena con zuppa di pesce e la specialità della padrona dei luoghi, un crumble di mele e banane con farina d’avena. Poi vai a nanna: l’indomani c’è da fare!
A parte la copiosa prima colazione seguita da un breve corso propedeutico su cosa si andrà a pescare, egregiamente organizzato e illustrato da Joël, con tanto di libri, brochure e aneddoti, per sapere riconoscere tutte le future prede: dalle vongole ai pedunculata (bruttini forti), dai cannolicchi o cappelunghe alle orecchie di mare, passando per i granchi. Quindi si parte, con cesti e raschietti al seguito verso il giardino di mare che è la spiaggia di Seillou, nuda perché a marea bassa, con sullo sfondo Aulne, l’abbazia di Landevennec e la rada di Brest. Più in là, piccoli gruppi di pescatori appiedati anche loro.
Joël t’insegna come stanare le cappelunghe e soprattutto acciuffarle: c’è il trucco e te lo svela! Cerchi una buca ovale, ci metti un po’ di sale, stai in silenzio, aspetti che il crostaceo faccia capolinea e hops, quando esce, lo afferri! Tutto intorno stridano i gabbiani, mentre l’entusiasmo del gruppo cresce di minuto in minuto. Poi è la volta delle ostriche che, furbe come poche, cercano di mimetizzarsi con gli scogli, ma invano: lo scalpello, fulmineo, non perdona. Tante e tonte invece le litorine, a bizzeffe sotto le alghe: basta chinarsi per raccoglierle. Non tutte però – ti raccomanda Martine – vanno scelte in base alla forma bombata e al colore nero, stando attenti anche a prendere solo quelle più grandi e a non deturpare l’ambiente. Di tanto in tanto si fanno anche incontri inaspettati: una anguilla, una lumaca di mare… Quando sono pieni i cesti, si fa ritorno a casa: Martine e la figlia Morgane allestiscono un piccolo laboratorio culinario, così che impari a cucinare litorine e cappelunghe, mentre altri si occupano delle ostriche. Poi si apparecchia: che meraviglia, una mangiata di frutti di mare freschi freschi e per di più non di allevamento!
I prezzi? Decisamente raggionevoli, per non dire low cost. L’uscita pesca a piedi vale 50 € per gruppi da 2 a 6 persone. Il soggiorno di 3 giorni e 2 notti – nel periodo delle grandi maree – vale 118 € per gli adulti e 78 € per i bambini. Se vuoi vivere questa simpatica esperienza, ecco il modulo per iscriviti. Io non vedo l’ora di poterci portare le mie nipotine a cui spesso canto Á la pêche aux moules moules moules, je n’veux plus aller mamman, les gens de la ville ville ont pris mon panier mamman, perché da ragazzina queste cose le ho fatte nel mare del Nord e le sensazioni provate mi si sono ancorate nella memoria!