Biot: a tavola da Mimi e Dédé

Biot-LesArcades-Mimi©AnakronikBiot-LesArcades-Dédé©AnakronikProvence-Alpes-Cote d'AzurUn borgo medievale fra Nizza e Cannes. Una piazzetta con le arcate. Una trattoria-albergo-galleria d’arte inventata da due padroni di casa leggendari. by paolo galliani

Per carità: il Musée National Fernand Léger è un gioiello, le ceramiche e i vetri soffiati à bulles hanno una fama meritata e anche il mercato settimanale del venerdì in place De Gaulle è molto grazioso. Ma via, a Biot io ci tornerei ogni anno in pellegrinaggio anche solo per ammirare quel personaggio incredibile e stravagante che si chiama André “Dédé” Brothier; per elemosinare un posto al tavolo del suo ristorante LES ARCADES; e per implorarlo di potere curiosare nella sorprendente collezione di opere pittoriche che lui ha messo insieme proprio lì, sotto le cucine, in una sorta di grande cantina che farebbe la gioia e la fortuna delle più belle gallerie d’arte di Nizza, di Cannes o di Saint-Tropez.

Biot-LesArcades©Anakronik

Intanto si mangia maledettamente bene senza svenarsi. E i piatti firmati dalla moglie Mimi (di padre italiano) in cucina sono di quelli che non conoscono le tendenze e il cinema, roba tosta e buona, che alla fine riunisce miliardari e giovani studenti, famiglie al completo o turisti di passaggio: la zuppa al pesto, l’omelette ai carciofi, i ravioli della casa, le fleurs di zucchine farcite, il coniglio alle olive, la zuppa di pesce all’aglio, il gratin di melanzane e quant’altro. Da pazzi.

Ci arrivi in meno di mezz’ora da Nizza e ti domandi: come ho fatto a non venire prima? Già, e mica solo per cenare. Perché è l’insieme che è sorprendente e mi capita ancora oggi di ringraziare l’amica francese Florence che me l’ha segnalato. C’è la storia di Dédé, ex barista e ex parrucchiere diventato con gli anni un grande collezionista d’arte, che è un mezzo romanzo. Nel ’52 lascia la sua Parigi e s’installa in una vecchia casa ottocentesca di Biot dove l’acqua non esiste e i sanitari erano un lusso. Rileva una vecchia tabaccheria e pian piano la trasforma in una trattoria aggiungendoci una “galleria d’arte”.

Uno scorcio della Galleria d'Arte del ristorante

Uno scorcio della Galleria d’Arte del ristorante

Già, perché nel frattempo il suo locale diventa il “covo” dei creativi, degli artigiani e degli artisti che gironzola per la Costa Azzurra in cerca di un nome e anche di fortuna. Arrivano, mangiano, qualche volta si fermano a dormire in una delle modeste camere ai piani superiori e spesso saldano i vecchi conti in sospeso lasciando all’amico Dédé una loro opera. Chiamatela sfortuna. Monsieur Brothier incontra VASARELY, LÉGER, CHAGALL, PICASSO, FOLON. Ospita, nel ’56, ARTHUR LONDON  (nella camera n.9 per la precisione) che qui scrive L’Aveu – poi diventato film con COSTA-BRAVAS e Eric Kadrane che nel ‘60 utilizza il suo soggiorno a Biot per tradurre Lolita. Dédé crea un circolo di “amici delle Arcate”. E negli anni ’50 e ’60 incontra créateurs come Bocchi, Brihat, Dauphin, Villers e il grande Mélano (i suoi mosaici sono famosissimi). Un ultraottantenne geniale. Ha accumulato capolavori e aperto gallerie d’arte rimanendo quello che era: un mecenate guascone che ama il football, la pittura, la scultura, l’amicizia e l’intelligenza. Mica poco.

Nel ristorante si spende, alla carta, sui 40/50 €, ma ci sono anche menù da 28 a 34 €. I vini (della regione) hanno prezzi abbordabili. Un consiglio: andateci in bassa stagione* o prenotate, perché in estate c’è tanta gente che cerca di cenare a uno dei tavolini che invadono – è il caso di dirlo – la bella piazza dove si affaccia.

Nell’albergo, le camere hanno mobili antichi e autentici, decori un po’ demodés, letti a baldacchino e quadri alle pareti. È un hotel à l’ancienne che sa tanto di famiglia. E dove la camere costano “solo” fra i 55 euro e i 100 euro.

Info pratiche
Galerie-hotel-restaurant Les Arcades
16 place des Arcades
Biot
tel. +33 (0)4 93 65 01 04

* Un’ottima occasione può essere quella del Carnevale di Nizza!

P.S. di vogliadifrancia.it
Potevamo illustrare l’articolo con fotografie a colori allegre, che ben restituirebbero la convivialità del locale. Abbiamo preferito le belle fotografie in bianco e nero firmate ©Anakronik, forse per meglio esprimere la lunga storia dei protagonisti…

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2 thoughts on “Biot: a tavola da Mimi e Dédé

    • Condivido. E comunque, come spesso capita, il Carnevale è un gigantesco pretesto per “sentire” una località o una città. E in questo Nizza, come dice lei, raramente delude. Il mio consiglio: vivere il Carnevale alle prime luci del mattino quando la città dorme, specie nei dintorni dei posti dove vengono conservati carri e allegorie. E di notte perdetevi fra città vecchia e place Garibaldi. Paolo

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