Capodanno: dieci luoghi originali per celebrarlo

champagne-1Alla faccia dei pronostici nefasti per il 21 dicembre: sono sopravvissuto. E nei JOURS D’APRÈS, più che alla FIN DU MONDE mi viene da pensare alla FIN D’ANNÉE e ai posti di Francia dove vorrei essere al termine di questo maledettissimo 2012! by paolo galliani

Sì, posti dove vorrei essere per maledire il 2012 e per giurare invece simpatia all’anno che verrà alzando un bicchiere di buon Champagne, un Sauternes o un Quart-de-Chaume (è una mia passione). Dieci LIEUX DU CŒUR (“luoghi del cuore”) che ho la fortuna di conoscere. Dieci posti di Francia dove sentire il tempo che passa e dire che è bello così.

Il Passage du Gois: un luogo emblematico per celebrare il passaggio dal 2012 al 2013

Il Passage du Gois: un luogo emblematico per celebrare il passaggio dal 2012 al 2013

GAVARNIE – È un ciclope di pietra sdraiato sul confine con la Spagna; è un palcoscenico di granito innaffiato di neve e di cascate di ghiaccio; è lo spettacolo più impressionante che vi possa capitare gironzolando dalle parti dei Pirenei. Victor Hugo lo definiva “Il Colosseo della natura”. Roma mi perdonerà e mi perdonerà anche la mia amica Martine che a Roma ci vive: Le CIRQUE DE GAVARNIE è un’altra cosa.

PIC DU MIDI – Insisto: i Pirenei sono banali solo per chi non li conosce. E quando ti trovi ai 2877 metri dell’osservatorio, la vista sui centinaia di “3mila” che segnano la frontiera franco-spagnola è roba da pazzi. Manca un po’ l’ossigeno e il bianco della neve è abbacinante. Ma si può soggiornare, cenare, dormire, sognare.

MONT SAINT-MICHEL – Se ci siete andati d’estate, col fastidio di sopportare ore di coda per accedervi, ricredetevi: la grandiosa baia della “Merveille”, con la luce di traverso e le nuvole basse che ogni tanto lasciano filtrare raggi di sole metallizzati, resta uno dei posti più magnetici d’Europa. Un deserto liquido contornato da banchi di sabbia ocra-giallo, con le piante endemiche che hanno imparato a crescere nell’acqua salata, gli stivali ai piedi per affrontare la bassa marea come facevano i pellegrini del Medievo → per info: Office de tourisme – +33.(0)2.99 48 15 37 ← e i miraggi del grande Nord sullo sfondo dell’isola dominata dalla spettacolare abbazia.

ÎLE DE GROIX – Al largo di Lorient, è un isolotto bretone con un’aria naïf. Un mondo a parte: 45 minuti di crociera e una volta sul posto la sensazione di essere lontano da tutto e tutti. Portatevi una bottiglia di quelle buone e lasciate sulla terra ferma i cattivi pensieri. Il paesaggio è mozzafiato e la gente è squisita. Per dormire chiedete dell’Hotel Ty Mad di Marie-France Berthonnier o dell’Hotel de la Jetée;  per salutare l’anno andate nella riserva naturalistica François-Le Bail; e per un brindisi di buon auspicio rifugiatevi al café Chez les garçons du port, luogo di ritrovo della gioventù locale, alla Pop’s Tavern in Rue du Pokado o al bar Le Ti Beudeff. Di meglio: al vecchio semaforo marino “de la Croix” Marie-France, sempre lei, ha recuperato 5 chambres d’hôtes → tel. +33.(0)2.97 86 86 43 ←. E quando tornate a Lorient non voltatevi a guardare l’isola: potrebbe venirvi il magone.

LES FALAISES D’AULT – Nord che più nord non si può. Ovvero, dipartimento della Somme e un faraglione di roccia bianco-grigia da rimanere a bocca aperta. I romanticoni potrebbero ripensare ai tanti personaggi – Victor Hugo, Anatole France, Jules Verne – che hanno frequentato la Baie de la Somme, la zona di le Crotoy e la costa sconfinata che da Tréport arriva a lambire la frontiera col Belgio. Ossigeno, iodio, un grande silenzio. E il piacere, ai piedi della falesia, di sentirsi piccoli-piccoli: ideale per iniziale l’anno.

AIGUES-MORTES – Acque morte. Ma dentro a quelle mura di cinta c’è una vita sorprendente, Tutto attorno, specchi d’acqua, acquitrini, canali e montagne di sale della Piccola Camargue, a una quarantina di chilometri da Nîmes. All’interno dei bastioni, locande dalle atmosfere ispaniche, piccoli alberghetti di charme e personaggi alla Gipsy King che sembrano arrivare direttamente da Siviglia. Etero, gay, artisti pazzi o nevrotici stanchi della grande città: se trovate posto, portateci la persona che amate. E – incrociando le dita – giuratele amore eterno.

CAHORS – La città è lì da vedere: una meraviglia di piccole virtù urbane nel cuore del Lot (Quercy), sud-ovest della Francia, a un niente da Tolosa. E lungo il fiume che traccia una profonda ansa attorno all’abitato, c’è Valentré, il “Pont de Diable” magnifico esempio di architettura difensiva del XIV° secolo, sormontato da 3 torri che si innalzano fino a 40 metri e da 6 arcate gotiche. Sotto c’è la Storia che scorre. Un’imponenza di rara bellezza. Se non vi piacciono le cose banali, a mezzanotte del 31 fatevi trovare sotto, qualcuno vi racconterà la leggenda a cui tutti credono o fanno finta di credere: visto il ritardo, l’architetto che aveva progettato il ponte decise di chiedere l’aiuto di Satana per ultimare la sua impresa, in cambio della sua anima. Ad opera quasi ultimata, l’architetto fregò il diavolo chiedendogli di portare dell’acqua agli operai del cantiere in un setaccio. Richiesta che il padrone degli inferi non poté ovviamente soddisfare e che permise all’architetto di tenersi la sua preziosa anima.

ÉTRETAT – È il celebre enigma di Maurice Leblanc e del suo Arsenio Lupin ma è anche uno dei decori più grandiosi e scenografici della Normandia, lungo la costa che guarda all’Inghilterra e sembra quasi sfidarla. L’arco e l’”Aiguille” (la guglia) in gesso compongono una geometria rocciosa che da sempre alimenta il mistero circa la loro nascita. Portatevi una flûte e delle bollicine; raggiungete la porte d’Aval seguendo il “sentiero dei doganieri” GR 21 e brindate a qualcosa o a qualcuno. Cosa ci potrebbe essere di meglio?

NANTES – È un semplice design bar ma solo per chi non è mi salito sulla Tour de Bretagne, il grattacielo (unico) che domina il centro della bella capitale del Pays de la Loire. La vista è sorprendente e arriva quasi a toccare il punto in cui la Loira va a sbattere contro la barriera salata dell’Atlantico. Sotto, c’è una città che ha saputo trasformare tutto – strade, vecchi depositi abbandonati, piazze – in uno show permanente. Se ci andate a Capodanno, farete solo la mia invidia.

LE PASSAGE DU GOIS – C’è o non? Questo è il problema: quattro chilometri e mezzo di pavé scomodissimo che taglia l’oceano per andare ad agganciare l’isola di Noirmoutier e che è praticabile solo a marea bassa. Una magia: c’è una strada che emerge dall’oceano e poche ore dopo non c’è più, semplicemente perché è affondata. Parte dai sobborghi di Beauvoir-sur-Mer, in Vandea e raggiunge la località isolana di Barbâtre. Brividi ovviamente addomesticati, grazie alle indicazioni, ma sempre di brividi si tratta. Per dare il benvenuto al 2013 è il posto davvero più insolito.

P.S. di vogliadifrancia.it
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