Mougins: metti una domenica al MACM

Quando si dice la predestinazione: il giovane Christian Levett aveva cominciato a collezionare monete antiche all’età di sette anni nei mercatini della contea di Essex… by pia stef Christian Levett ci viveva con i suoi genitori, il padre bookmaker. Solo qualche anno più tardi verso i 35 anni, essendo diventato un uomo molto fortunato, in ogni senso e soprattutto alla francese (fortune = patrimonio) grazie alla gestione di fondi di investimento, decise di dedicarsi al collezionismo in grande stile, consigliato da un reputato cattedratico di Cambridge esperto in arte antica, e in poco tempo accumulò una tale quantità di opere d’arte, dall’Antico Egitto all’Arte moderna, che si rese necessario trovare una degna collocazione a tal “ben di Dio”.

Tale location venne subito identificata in un edificio molto sobrio e austero all’ingresso del villaggio di Mougins, nell’entroterra della riviera francese. Perché Mougins? La risposta potrebbe essere ovvia per chi conosce questi luoghi che sono stati già nell’antichità teatro di grandi opere sia greche che romane, da Nizza a Antibes per arrivare ad Arles o a Fréjus e Nîmes. Questa atmosfera, che aleggia ad ogni angolo con i suoi reperti ed i suoi colori, ha certamente influenzato tutti gli artisti che della Costa Azzurra hanno fatto il loro ritrovo, parliamo di Matisse, Cézanne, Chagall, Renoir, per citarne solo alcuni, e mercanti d’arte di fama mondiale come Paul Rosemberg che ospitava nella sua bastide di Mougins Pablo Picasso.

La ristrutturazione, che é durata tre anni, venne affidata allo studio David Price, specializzato in architettura provenzale e a cui va il merito di aver conservata intatta la sua parte esterna in pietra bronzata – guarda qui l’aspetto del Musée d’Art Classique de Mougins – mentre l’interno é stato completamente svuotato e organizzato con grande dispendio di idee e di mezzi su quattro livelli, per un totale di 400 mq, comunicanti fra loro attraverso una scala appoggiata al muro sud, molto aerea, come invisibile é l’ascensore in vetro che collega i piani.

Si trattava di collocare ben 700 opere, tra sarcofagi e bronzi egizi, busti di marmo romani, gioielli e vetri etruschi e dipinti e sculture moderne. I percorsi sono stati quindi suddivisi in quattro sezioni, dal sottosuolo denominato “La vita nell’aldilà” con riferimento all’arte egizia, il pianterreno dedicato alle celebrità dell’antica Grecia e di Roma, il primo piano alle Divinità ed il secondo piano all’Armeria. Inoltre le pareti del vano che contiene sia la scala che l’ascensore, espongono con una prospettiva inconsueta due magnifici mosaici policromi romani che puoi quindi osservare sia salendo che scendendo.

Se l’impatto con l’arte egizia è molto suggestivo presentando in fondo al lungo buio corridoio un sarcofago in legno policromo e gesso di inconsueta bellezza, corredato da una serie di statuette in bronzo della XVI dinastia a.C. fra cui una dea Isis che allatta Horus di una dolcezza infinita, la testa di sfinge di Rubens posta proprio accanto ad un Mosé con le Tavole di Chagall pare la continuazione di un unico discorso. Come del resto la coppia di dipinti di Rubens raffiguranti da un lato l’imperatore Vespasiano e dall’altro l’imperatore Vitellio che sembra ammiccare con l’occhietto vigile sormontati dall’Uomo con barba di Picasso troppo austero. Dall’altro un piccolo bronzo di Afrodite nell’atto di calzare il sandalo e la nascita di Venus di Warhol, tra due affreschi policromi provenienti da Paestum.

La Venere blu di Klein é un piccolo pugno nello stomaco contrapposto a una stupenda teca contenente una serie di busti in marmo di personaggi fra cui un Alessandro il Grande giovane nell’angolo di destra mentre a sinistra fa da contrappunto un busto di giovinetto sorridente. Nel centro della sala a grandezza naturale l’Ombra di Rodin.

L’Armeria è qualcosa di unico nel suo genere. Dal periodo greco, romano, celtico e medievale tutta una serie di elmi, sciabole, spade e scudi, nulla é stato tralasciato per meravigliare e per aggiungere suggestione a stupore il percorso è accompagnato da un sottofondo appena percettibile di musica o meglio di rumore di battaglie, sciabolate, scontri.

Ovviamente questa non vuol essere una relazione didattica ma solo uno sguardo e chissà quali e quanti capolavori avrò dimenticato. Una ragione in più per programmare una bella visita! Quando la gentile Curatrice mi ha chiesto di formulare il mio giudizio come di consueto dopo la visita me la sono cavata con tre parole “du jamais vu”.

In effetti, qui non siamo né al Louvre né al British, dove le opere le devi gustare da lontano in un ambiente un po’ asettico, ma in una casa-museo che per un’ora almeno ti appartiene. Sono quasi sicura che questo é stato anche lo spirito del mecenate che anziché tenersi questi meravigliosi tesori nelle sue case o nei caveaux, ha preferito farsì che esse fossero esposte, ammirate e divulgate.

Info pratiche
MACM MUSEE D’ART CLASSIQUE
32 rue Commandeur
06250 Vieux Village de Mougins
info@mouginsmusee.com
Tariffe: intero 12 €, ridotto 5-7 €
Orari: mar.-dom. nov.-mar. 9.30-19; apr.-ott. 9.30-20.30

P.S. di vogliadifrancia.it
Grazie a PIA STEF per questa seconda puntata delle CRONACHE AZZURRE DALLA RIVIERA. Nella prima ci raccontava di un suo favoloso e divertente pranzo alla scuola alberghiera di Grasse: leggere per credere!

Pin It

One thought on “Mougins: metti una domenica al MACM

  1. Pingback: Picasso a Mougins museo collezione d’arte: la gemelliamo con Vigevano? | Il Corriere del mattino

Rispondi