Nizza: incontro ravvicinato al mercato degli antiquari

La location è il MERCATO DI ANTIQUARIATO DI COURS SALEYA, il secondo di Francia per importanza, attivo tutti i lunedì dell’anno. L’interlocutore è JACQUES SALOU. L’incontro: una scoperta. by paolo galliani

Sigaretta accesa, sandali, un cappello grigio tipo Panama e un paio di tazzine di caffè che qualcuno prima o poi si degnerà di recuperare. Non si scomoda Jacques Salou. È un giornata abbastanza calda, come capita spesso tra estate e autunno e la tradizionale “cannonata” che annuncia lo scoccare delle 12 lo autorizzano a respingere il primo assalto: “Senta – mi dice – se vuole chiacchierare con me passi lunedì prossimo, ma non a quest’ora: in un momento di calma, per esempio verso le 15”.

Già, il lunedì. Nel Vieux-Nizza, la vecchia Nizza, è un appuntamento fisso quello con il MARCHÉ DES ANTIQUAIRES. E perché non tornare sette giorni dopo in quel divertente caos di brocante e argenteria, giocattoli e art déco, affiches, lingerie vintage, vecchie posate d’argento provenienti da chissà quale nave smantellata, preziosi oggetti di modernariato?

Jacques si accarezza i baffi e il viso magro e scavato che gli danno un’aria intensa da vecchio lupo di mare.  In gioventù – mi dico – doveva aveva qualcosa di Che Guevara e forse deve anche essergli stato simpatico. Oggi è il coordinatore, insomma il presidente dell’Association des brocanteurs de Saleya. Ma è anche un block-notes, un libro, un’enciclopedia. Racconta di questo assurdo contenitore urbano che un tempo fungeva da elegante boulevard della borghesia locale; della graduale comparsa del mercato dei fiori, per via degli inglesi che avevano la bella mania di volere riprodurre giardino ovunque; e dell’arrivo – in anni più recenti, verso il 1985 – delle prime bancarelle colme di piccola brocante. Un’altra sigaretta e il torrente diventa fiume. Lo dice lui e perché non credergli: con oltre 180 espositori, è il più grande mercato settimanale di antiquariato di tutta la Francia, se si esclude quello parigino che va in scena il sabato e domenica a Vauves.

Azzardo una domanda impertinente ma non arrivo alla fine della frase. Intuisce e anticipa con la risposta: “Questo è un vero mercato dell’antiquariato – spiega – qui la merce falsa non esiste, se non per cose banali, da 10 euro. C’è molta sensibilità su questo argomento, specie fra gli ottanta, novanta venditori regolari, ormai fissi qui a Nizza. Tempo fa abbiamo fatto intervenire due ispettori della polizia locale per bloccare un furbone di Tolone che voleva piazzare bronzi e ceramiche farlocchi: gli anno sequestrato la merce e rifilato una sanzione monumentale”.

Dopo un’ora di chiacchierata, le tazzine di caffè sul tavolino sono aumentate. Risponde con aria rilassata e gentile, ma non sdolcinata, ai turisti che curiosano fra la sua merce: tessuti, dipinti, piccole sculture, vecchie stoffe che richiamano le bâches, le tende a due colori che ricoprono le bancarelle. Assicura che Cours Saleya sia un luogo abbastanza sicuro, perché – dice – gli agenti in genere fanno controlli frequenti per scoraggiare i pick-pockets. E si chiude in un muto commento quando gli chiedo dell’adiacente Place Gautier che appena qualche anno fa era anch’essa invasa dai mercatini nizzardi e che oggi è invece tristemente vuota, come se qualcuno avesse deciso che l’umanità che l’animava potesse disturbare l’immagine severa della vicina Prefettura. “No comment”, risponde.

Sbaglierò, ma non mi sembra entusiasta e non deve esserlo nemmeno di progetti più o meno realistici che puntano a stravolgere l’anima della Vecchia Nizza perché è una zona appetibile e centralissima. Tant’è. Jacques si fa apprezzare per la tenerezza con cui parla dei suoi colleghi, non prima di avere scambiato qualche battuta con il vicino William, uno che ha sempre – assicura – oggetti carini di cui la gente si sbarazza e che li propone a prezzi modici. E torna a sorridere quando racconta dei personaggi – vip e star – che spesso gironzolano in questo mercato. Riferisce di Bill Clinton, senza scorta visibile, camicia aperta e aria disincantata; di Catherine Deneuve, avvolta in capienti foulard per tentare di mimetizzarsi; di prìncipi sauditi che arrivano qui da Montecarlo, da Cannes, da Saint-Remy; e di Elton John che abita la sontuosa villa che domina poco sopra, sulla cresta di Mont Boron. Dice e non dice. Ma quando non parla s’intuisce che di questo luogo adora il melting-pot, l’eterogeneità sociale, la possibilità in pochi metri quadrati d’incrociare anziane signore, miliardari e vedette affascinati dalla presenza di vecchi oggetti di design abbastanza insoliti, giovani studenti in cerca di piccoli mobili o accessori per la casa a prezzi accessibili.

È quasi il momento di congedarsi e lui conferma: al mercato di Nizza si può quasi sempre trattare sul prezzo. “Ma deve essere una cosa seria” – aggiunge – “spesso, voi italiani, indicate un prezzo che siete disposti a pagare per acquistare l’oggetto che vi piace. Ma quando il venditore accetta, abbassate ulteriormente il prezzo sperando in un’altra riduzione. È una cosa fastidiosa: questo non è un bazaar”.

Alle 17, una stretta di mano, lo scambio di mail e cellulare, la promessa di rivedersi. Lo osservo meglio e mi viene da pensare che una faccia così avrebbe ispirato sicuramente Félicien Tordo, un grande fotografo che in Costa Azzurra aveva immortalato Jean Cocteau e Picasso, Alain Delon e Charlie Chaplin. Meglio ancora: una faccia così salverà Cours Saleya.

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5 thoughts on “Nizza: incontro ravvicinato al mercato degli antiquari

    • Simone: in Cours Saleya, il lunedì (escluse nelle vigiglie prefestive) dalle 7 alle 18 e in Piazza Garibaldi (bancarelle) ogni terzo sabato del mese. Buon 2014! Martine

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