Nîmes: la città di Augusto durante il Festival Flamenco

Le arene, cuore romano della città - © D.Marck

Linguadoca-Rossiglione

Come ogni anno a gennaio – nel 2012 dal 9 al 21 – Nîmes ospita uno spettacolare Festival Flamenco che attira i più grandi artisti spagnoli: 60 tra ballerini, cantanti, chitarristi affermati ed emergenti perpetuano la tradizione andalusa nel sud della Francia.  by paolo gallianiPiccola guida per muoversi al meglio nella città provenzale.

Giunto a Nîmes, a metà strada tra Avignone e Montpellier, il luogo in cui finalmente spengo il motore non è dei più romantici: anche in una bella città come Nîmes un parcheggio sotterraneo è sempre solo e unicamente un parcheggio. Bello per carità, a ben guardare nemmeno tanto esoso. Ma via, senza auto è una liberazione. E appena fuori, su Place d’Assas, la prima esclamazione è di stupore: una piazza allungata con un tratto moderno, essenziale, minimal e tutt’attorno case e palazzi bianchi che anche le giornate di sole invernale accendono di tenui nuances bionde e giallognole.

Il “Benvenuto a Nîmes” mi pare sottinteso, seduto al Café del Royal che è subito all’angolo di Boulevard Alphonse Daudet, con l’aspetto tipico dei design-hotel e un emblema con 3 stelle che rivela standard (ottimo) e atmosfera (giovane e glamour). Se è un biglietto da visita, mi piace: un buon rapporto qualità/prezzo e un tocco iper-contemporaneo in una città che un centro storico ricco di passato e nemmeno tanto prossimo.

Maison Carrée - © OT Nîmes VA

Mi dico: eccola la rivoluzione silenziosa delle belle città francesi di provincia. E lì, a due passi, la sorpresa arriva già scartata e in bella vista: la Maison Carrée che non è quadrata ma rettangolare ma che evidentemente ha gli angoli a 90°, luminosa come non era mai stata in passato, pazzesco monumento innalzato in omaggio ai figli adottivi dell’imperatore Augusto e tempio romano conservato come pochi altri. Uno choc visivo. Ecco cosa deve avere sedotto Gérard Depardieu, la splendida Carole Bouquet, l’archi-star Jean Nouvel e le tante star della cultura e dello spettacolo che qui, a Nîmes, si fanno spesso vedere: tutti attratti dalla palpabile contaminazione di questa douce ville che ha il cuore nella vicina Camargue e la mente nel rigore protestante dei monti Cévennes; che ama i dehors, le terrazze, i luoghi all’aperto ma che adora rintanarsi in cave, cantine e vecchie gallerie urbane per tenere vivo il culto della convivialità; che ha l’ossessione di tori e corride e si fa perdonare i suoi eccessi iberici con una vita culturale inattesa.

Dove? Certamente nel Carré d’Art → 16 place de la Maison Carrée ←, cubo di vetro che fronteggia la Maison Carrée innanzitutto, ideato nel 1993 dall’architetto Norman Foster per ospitare una sorta di Beaubourg, ovvero un museo di arte contemporanea ma anche una mediateca, un biblioteca e un atelier di creazione, con un piano che accoglie le quasi 500 opere della collezione museale e un altro che ospita esposizioni temporanee.

Ma anche nei numerosi musei. Molto interessanti il Musée du Vieux Nîmes → Place aux Herbes ←, la Galerie Negpos → 1 Cour Nemausus ← ricca di mostre fotografiche che farebbero invidia alla vicina Arles e le tante librerie che punteggiano le vie del centro → Rue du Grand Couvent – Rue des Lombards – Rue Régale ←.

Insomma, mi perdo in chiacchiere al posto di perdermi fra le stradine del centro. E allora, via con le impressioni. La prima: non è Spagna solo perché il confine è lontano qualche centinaio di chilometri. Ma pare di esserci davvero e in certi giorni dell’anno – giurano – è perfino peggio, quando la città esplode letteralmente in occasione delle grandi manifestazioni di tauromachia e il tempo viene cadenzato dalle corride, dalle corse dei tori per le strade, dalle esibizioni equestri in stile andaluso, fra folle di appassionati che prendono d’assalto bodegas e bar stracarichi di pastis, di sangria e di fino (variante dello “xérès”), vino bianco liquoroso prodotto nella regione andalusa di Jerez.

© D.Marck

Lo sguardo impressionista di un grande fotoreporter giocherebbe con i contrasti fra le vene e le arterie di Nîmes. Io mi sento solo un globetrotter goloso e finisco per arrendersi ai banconi debordanti di cibo del grande mercato coperto  5 di Rue des Halles ←, con l’alibi di dovermi fare un’idea sulle specialità gastronomiche che qui sono sacre: il petit pâté nîmois, l’oliva Picholine di origine controllata, la popolarissima brandade, mélange di merluzzo salato, patate, latte e olio d’oliva. Qualcuno mi racconta dei cosiddetti tertulia, incontri tra amici, al bistrot ma anche sui gradini delle arene o sui marciapiedi delle piazze. E non mi resta che allungare il passo, muovermi e camminare, seguendo un circuito in parte consigliato, in parte improvvisato. Dall’antico anfiteatro punto per Rue Victor-Hugo e al Jardin e la Fontaine, monumentale parco con fontane, stagni e tempietti, che arriva ai piedi del Mont Chevalier. Quindi m’intrufolo nella Vecchia Nîmes attraverso Place de l’Horloge e la pittoresca Place aux Herbes su cui si affaccia la cattedrale di Nôtre-Dame-et-Saint-Castor, con un prezioso fregio – in parte romanico, in parte del XVII secolo – che raffigura scene dell’Antico Testamento. Proseguendo per Place du Grand-Temple e Boulevard Admiral-Courbet  raggiungo la Porte di Auguste, lungo l’antico muro di cinta. Sulla destra mi ritrovo in un quartiere punteggiato di palazzi gotici e rinascimentali che mi porta all’animatissima Place du Marché, dominata da una curiosa raffigurazione di una palma e di un coccodrillo, emblemi della città. Una meraviglia. Ed è solo difficile scegliere fra una puntata golosa alla Maison Villaret 13 Rue de la Madeleine, una sosta rilassante al bar-restaurant del Carré d’Art o un salto alla Macarena 12 Rue Delon-Soubeyran ←, la mitica bodega di Ramon Vasquez, porto di mare di artisti andalusi emigrati in Francia e di artiste come Christine Serrano, che ballano il flamenco in stretti abiti rossi e ricordano i film di Almodovar. Alla fine opto per il ristorante Le Lisita  2 Boulevard des Arènes ←. E c’è un motivo: Olivier Doeut, chef della casa, nel luglio 2011 ha rinunciato alla “stella Michelin” sostenendo che preferiva stare meno in vetrina e dedicarsi a una cucina meno costosa e più accessibile (sui 21-28 euro di media). Uno così mi piace d’istinto: come potrei snobbarlo?

Info pratiche
Office de Tourisme
6 Rue Auguste
Nîmes
Tariffe speciali per visitare i maggiori monumenti antichi della città,
ovvero le Arènes, la Maison Carrée e la Tour Magne: vedi dettagli sul sito clicca qui

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