Lo confesso: abituato al Crodino ho sempre guardato con sospetto agli aperitivi d’Oltrealpe, così strani, così insoliti, così profumati. Così – appunto – francesi. Inizio oggi un Tour de France de l’apéro! by Paolo Galliani
Un giorno a Bordeaux ho incontrato un giornalista locale che mi ha intrattenuto sul rito apéro nella sua città e nel suo paese. È stato illuminante. Ogni volta che ho potuto, ho cercato di aggiungere un nuovo elemento alla mia conoscenza in materia. Risultato: oggi mi viene di tracciare un itinerario “aperitivi di Francia”. Con un’avvertenza: meglio affrontarlo a tappe e in tempi diversi, non vorrei avere sulla coscienza la salute fisica e mentale di amici e lettori!
Dicevo di Bordeaux. E allora la precedenza è al Lillet, aperitivo che mi dicono secolare, fine ‘800 o giù di lì, che nasce dall’assemblaggio di un liquore fruttato e di un vino della zona con arance dolci della penisola iberica e verdi del Marocco. C’è in doppia versione, rosso e bianco: personalmente consiglio il secondo. Ma – come si dice – è un giudizio soggettivo. Poco a nord, nella regione del Poitou-Charente, c’è il Pineau des Charentes che è un confuso (per me) mélange di mosto di uve bianche con Cabernet e Merlot, forse anche del Cognac. Come aperitivo è ottimo ma va consumato quando non è molto invecchiato. L’Alvernia non è lontanissima ma è lì che hanno una passione tutta loro per la marca Suze creata anch’essa alla fine dell’Ottocento ispirata alla leggenda di una giovane fanciulla del luogo di nome Suzanne innamorata – pare – della genziana. In estate è ottima arricchita di sciroppo di limone e acqua gassata.
C’è poi l’ottimo Kir della Borgogna che porta a nozze il cassis con un vino bianco (aligoté) tipico di questa regione e che è particolarmente consumato nella Francia settentrionale. Ma è in Provenza che ho sempre trovato il meglio degli aperitivi: i vini fruttati delle Distilleries&Domaines de Provence, la Farigoule estratta dalla macerazione di timo ed erbe provenzali, il curioso Absente a base di assenzio, artemisia ed estratti vegetali, ideale con le olive nere e verdi della Riviera e l’eccellente Pastis profumato all’anice che si diluisce con dell’acqua e che, insomma, è per un francese quello che il Martini è per un italiano.
A proposito d’Italia. Mi tengo la mia passione per il Crodino. Almeno fino a Ventimiglia.