“Sopra e sotto”, “dentro e fuori”… ecco lo sguardo che il fotografo Yves Gladu rivolge alla sua amata Bretagna.
We cannot display this galleryLo immaginiamo così, con le sue macchine fotografiche vecchie e nuove, davanti alla Bretagna, dentro la Bretagna, oltre la Bretagna. Perché ci vogliono occhi particolari per capire l’essenza bretone.
Sì, ci vuole uno sguardo particolare per carpire i segreti della Baia dei Trapassati e di Crozon; per dare un’anima alle brughiere spelacchiate dal vento, alle severe scogliere abitate da sterne e pulcinella di mare, ai ciuffi di alghe che la marea copre e scopre l’anima; e per scoprire che là sotto, in uno dei tratti d’oceano più agitati e pericolosi d’Europa, ci sono fondali ricoperti da coralli e frequentati da delfini, pesci rospo, goffe foche grigie, insomma c’è vita.
Lui, Yves Gladu, sa davvero vedere lontano. Strano personaggio. Non pensiate che i capelli color sale e la maturità lo abbiano convinto a demordere. Non sarebbe da lui, fotografo e cameraman, specializzato in riprese sottomarine, che si immerge dalle 30 alle 40 volte l’anno in quella Arca di Noé della biodiversità che si trova fra la Pointe de Saint-Mathieu, Molène, e l’Ile de Sein; che si muove nel Mare d’Iroise come fosse il giardino di casa sua, a Brest; e che riesce a trasformare luoghi estremi e tremendi in poesia con un semplice clic.
A noi che abbiamo avuto la fortuna di conoscerlo è parsa una persona discreta e riservata, concentrata sulle cose essenziali e poco interessata ai facili entusiasmi. Dovessimo paragonarlo a qualcosa o a qualcuno, diremmo che è un gatto, animale filosofico: non regala il suo affetto a chiunque ed è amico solo di chi è degno di esserlo. Dovessimo definirlo in una battuta, diremmo semplicemente quello che è evidente: è un uomo da bout du monde, da fine del mondo. Ma attenti. Con le sue splendide fotografie vi potrebbe convincere del contrario: che dove vive lui, il mondo… inizia.
Il suo sito: www.yvesgladu.com